Il celebre Giandujotto ?? un cioccolatino a forma di spicchio o barchetta rovesciata, ottenuto impastando cacao, zucchero e le famose nocciole tonde gentili del Piemonte, rinomate per la loro qualit?? fine e gustosa.
Torino divenne la capitale italiana del cioccolato durante i grandi flussi migratori delle comunit?? di religione protestante succedutisi tra Sette e Ottocento. Le famiglie valdesi di ritorno dal loro esilio in Francia e in Svizzera portarono spesso con s?? i segreti dell’arte dolciaria d’Oltralpe e la patente di cioccolatieri. L’industria del cioccolato nacque proprio dalle esperienze di questi pionieri, che introdussero e perfezionarono nuove tecniche di lavorazione e moderni macchinari.
Il cioccolato Gianduja nacque per caso all’inizio dell’Ottocento, come espediente fortuito dei cioccolatieri torinesi per sopperire alle loro difficolt?? nel rifornirsi di cacao, a causa del blocco continentale imposto da Napoleone. Essi iniziarono ad aggiungere in misura variabile nocciole tostate all’impasto di cacao e zucchero. Un’aggiunta ancora clandestina (nocciole e mandorle torrefatte erano considerate sostanze adulteranti) e che inizi?? ad essere esplicitamente dichiarata solo all’inizio del Novecento con la divulgazione della ricetta segreta del cioccolato alla nocciola “detto Gianduja”.
I cioccolatini prodotti con pasta “Gianduja” – i Giandujotti che ben conosciamo – nacquero ufficialmente nel 1865 nel laboratorio della ditta Prochet Gay e C. in Piazza San Carlo a Torino, conquistando da allora i mercati internazionali e generazioni di golosi.
I giandujotti da noi proposti sono prodotti in maniera artigianale secondo l’antica ricetta, utilizzando soltanto cacao, nocciola igp del Piemonte, zucchero e burro di cacao, senza latte, aromi artificiali e additivi chimici.